SCHUMANN LETTERATO E INNAMORATO – LE NOVELLETTEN OP.21
Giusto ieri, un mio allievo (Daniele Boidi, vera “certezza” fra i giovani pianisti in carriera) ha discusso la sua tesi di laurea sul ciclo pianistico Novelletten op. 21 di Robert Schumann. Sono 8 brani, quasi mai eseguiti integralmente, ma di rara bellezza e ricchi di infinite sfaccettature.
Le geniali ispirazioni di Schumann sono emerse numerosissime nel lavoro di preparazione della tesi, arricchendo le scelte interpretative nell’esecuzione finale.
Frontespizio delle Novelletten di Robert Schumann in una edizione dell’Ottocento.
Già il titolo, Novelletten, è intrigante di per sé.
Perché? Ce lo spiega Schumann, in una lettera all’amata (e, in quel periodo, irraggiungibile) Clara Wieck: “Come sono stato felice nei giorni passati, giovane, leggero… In queste ultime tre settimane ho composto una quantità straordinaria di musica: scherzi, vicende di Egmont, scene di famiglia con genitori, un matrimonio. Insomma, tutte le cose più piacevoli insieme! Ho chiamato il tutto Novelletten perché il tuo nome è Clara come quello della Novello e perché purtroppo Wiecketten non suonava così bene!”. (6 febbraio 1838).
Robert Schumann
Con uno dei suoi abituali giochi di prestigio, Schumann riesce a combinare più elementi nel titolo che, così, rimanda ad affetti e significati convergenti. Nel nome di una Clara cantante (la Novello) può, infatti, inneggiare alla “sua” Clara e, nello stesso tempo, dichiarare l’ispirazione profondamente letteraria di questi brani (novellette = novella, piccolo racconto).
Schumann aveva ascoltato la Novello a Lipsia, proprio in quei mesi in cui componeva le Novelletten: “la sua voce è celestiale, ogni nota è chiaramente definita, come sulla tastiera”.
Clara Novello
Il carattere letterario, di questa come di altre composizioni, è poi rivendicato da Schumann stesso. Ma qui, al contrario della Kreisleriana op. 16 o del Carnaval op.9, i riferimenti sono ben celati e rimandano a testi molto diversi fra loro: l’Egmont di Goethe e The bride of Abydos di Byron.
Ciò che accomuna le due storie è l’opposizione di un padre all’unione fra due giovani amanti.
Coincidenza significativa se pensiamo che, in quei mesi, Schumann e Clara erano ricorsi in tribunale contro il padre di Clara, per sposarsi liberamente. Vinsero la causa e celebrarono le nozze il giorno stesso in cui Clara divenne maggiorenne, il 13 settembre 1840.
Clara Weick e Robert Schumann
Cento altre luminose caratteristiche sono emerse dal lavoro di Daniele Boidi. E tutte si sono riflesse nell’esecuzione al pianoforte, ammirevole proprio perché basata su una profonda conoscenza di questa ricchezza compositiva.
E allora….
E allora, mi viene da pensare: perché non riportare questa consapevolezza anche nelle sale da concerto o sulle copertine dei dischi/dvd?
Quanto sarebbe piacevole ed utile, per ogni ascoltatore leggere alcune righe in cui il solista (o il direttore) , si esprimano sulla natura e lo stile della propria interpretazione!
Certamente, simili informazioni, unite alla classiche note di sala produrrebbero un ascolto più attento e critico: l’intenzione corrisponde alla pratica? Mi convince la “lettura” di un determinato brano?
Offrirebbe una strada diretta conoscere meglio lo stile e la personalità di ciascun interprete, con grande vantaggio per ogni tipo di pubblico.
Che ne dite?
Martin Ivanov suona Novellette n. 6 in La maggiore di Robert Schumann
Per una versione integrale delle 8 Novelletten, eseguite da Lilya Zilberstein:
Un caro saluto e arrivederci alla prossima chiacchierata.
Un caro saluto amici, per ritrovarci al più presto.
Carlo Boschi
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